Ero ancora molto giovane quando la parola “felicità” si è ridotta a un rimbombo acustico lontano e fastidioso, o a certe pubblicità di bambini ridenti e gioiosi (che da grandi potrebbero fare una class action per diffamazione).
In verità è l’idea oscura di “istinto” confusamente dedotta dal presupposto fideistico che la natura ci doterebbe di una causalità del nostro moto, benché problematica e caotica nel nostro caso.
“Felicità” non è l’unica delle idee vuote (vedi Scienza e verità 16-17 maggio).
giovedì 21 maggio 2020