Scrive bene un giornalista che “Abbiamo rinunciato alla lettura vocazionale della vita”, ma scrive male quando continua “che è pur evidente in ogni elemento del creato, sempre proteso verso un compimento o scopo”:
scrive male perché nella natura, “creato”, non c’è scopo, meta, e il virus non fa eccezione anche quando ci nuoce (secondo noi, non secondo “lui” che non esiste, macina soltanto):
vocazione non è causalità:
ecco la scienza di Freud che nella nostra legge di moto (“pulsione”) pone la meta.
Siamo non solo danneggiati ma sconcertati, perplessi.
mercoledì 29 aprile 2020