“Non c’è niente da fare”:
c’è stato un momento in cui ho difeso e sostenuto questa frase, visto che “da” designa imperativo.
Oggi il Governo prescrive il da-non-fare, a motivo del men che stupido e non bellicoso virus.
Non posso non pensare al fatto che secoli fa la Cultura (non dico Civiltà) si è costruita sul da-fare.
Rischiamo di passare dal’uno all’altro in ciò che li omologa.
martedì 24 marzo 2020