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Sabato-domenica 9-10 settembre 2017
in anno 161 post Freud amicum natum
Di Think! sono appena usciti in libro gli ultimi due anni, 2016 e 2017, per Sic Edizioni:
ne riferisco l’Introduzione.
INTRODUZIONE
Come sono arrivato a Think!, una breve periodizzazione:
1- ho iniziato come psicoanalista nel 1970, con precedenti e poi susseguenti ventennali segnati da J. Lacan;
2- per poi nel mezzo del cammin, negli anni ’90, rettificare la mia rotta, e rintracciare il senso del mio primo tempo non concludente.
Il passaggio di cui parlo è segnato dal mio libro Il pensiero di natura (1° ed. 1994) – preceduto di poco da Leggi (1989) -, in cui scoprivo la “pulsione” come la legge di moto dei corpi elaborata dal pensiero (dunque non una legge di natura, né statale, né divina).
Non è compito di questa Introduzione spiegare che si tratta di legge giuridica, connotata dall’imputabilità.
Mantengo il mio precoce adagio “La vita psichica è una vita giuridica”, in cui è rifiutata ogni distinzione tra psiche e pensiero.
Nel passaggio la parola “psicoanalisi” è passata a designare un’applicazione, applicazione del pensiero come istanza (parola già freudiana) o agenzia legislativa a sede individuale del moto del corpo umano nell’universo dei corpi.
Tale corpo è “umano” grazie al pensiero legislatore del suo moto: non c’è “animale umano”, per dirla grossolanamente non c’è “istinto”.
Ho anche qualificato tale corpo come la san(t)a sede del pensiero universalmente legislatore, benché ridotto allo stato permanente di umiliazione: ben descritta dal mito di Narciso, uno schizofrenico catatonico assiso nelle sue deiezioni che dialoga con le sue allucinazioni (l’idea di “bellezza” di Narciso dovrebbe servire a correggere le nostre idee sulla bellezza).
Dopo vent’anni in cui ho lavorato con J. Lacan (“con” significa per mezzo) anche traducendolo, ho ripreso Freud con me.
L’ho ripreso come l’inauguratore della scienza del pensiero, il primo uomo di scienza che ha riconosciuto l’individuo umano come la suddetta sede del pensiero, donde il mio titolo “Think!”.
Ma resta vero che “normalmente” incontriamo l’uomo come patologico nel pensiero (“nevrotico” detto all’ottocentesca, poi psicotico o perverso), un patetico non passionale.
Dal giorno in cui ho scoperto che J. Lacan si era accuratamente dis-impegnato dal pensiero, ho riconosciuto tutto il suo lavoro come cosciente accuratezza in questo disimpegno, tanto da esserne interamente deducibile.
A tal punto che potrei qualificare J. Lacan come il Maramaldo del pensiero e del suo titolare (l’io), se non fosse che la sua accuratezza pluridecennale in questo senso mi fanno riconoscergli, con Amleto e Marx, “Ben scavato vecchia talpa!”, donde la stima che gli ho tributato: per avere svolto un lavoro scientifico “a prescindere” (dal pensiero).
Freud non è stato soltanto il primo scienziato del pensiero, è stato anche il primo amico del pensiero, eccezionale filo-sofo (non Platone) amico del pensiero individuale (in quanto individuale).
Dopo avere introdotto la terna amicizia-indifferenza-ostilità per il pensiero, ho creduto di potere osare di fondare una Società Amici del Pensiero (SAP).
I suoi Soci (non tutti necessariamente psicoanalisti) se facessero il loro lavoro sarebbero i curatori quotidiani di un Ordine giuridico del linguaggio, riguardante gli atti (e la loro omissione), e le cose sì ma come implicate da atti (come opera si tratterebbe di produrre un’Enciclopedia, arrestatasi al primo volume): ma non ho poteri sul futuro, modestissimi sul presente.
Think! denomina una sorta di Quotidiano online che curo quasi quotidianamente dal 2005 (dapprima si intitolava Bed & board), che tratta ai quattro punti cardinali questioni quodlibetali in cui mi dichiaro responsabile in ordine alla verità (mi riconosco falsificabile).
Questo libro ne pubblica gli anni 2016 e 2017 (non ancora finito), con “pezzi!” divenuti nel tempo sempre più brevi.
E’ il mio modo quotidiano di praticare ciò che Freud denominava “analisi interminabile”, esposizione in piazza.
La mia ambizione era che fosse un Quotidiano come tutti, a più pagine e voci:
ma tant’è, lo scrivo solo io, in ogni caso con soddisfazione.
venerdì 7 luglio 2017