Questo è un ricordo del “lontano” ’68 a Parigi dove ero ammesso a un Seminario psicoanalitico.
A un certo momento uno dei presenti affermò “Sono psicoanalista perché credo in Freud”:
istantaneamente provai una delle mie ribellioni più acute e certe.
La parola “credere” aveva già occupato la mia testa a proposito e soprattutto a sproposito, e quanto a Freud io volevo solo sapere se aveva ragione (ero già orientato in questo senso).
Anni dopo ho anche scoperto che la parola “credere” restava millenariamente oscura:
ho già contribuito a farne un’idea chiara e distinta.
lunedì 11 settembre 2017