Del bambino si continua a non sapere niente, a non osservare niente.
Per un momento istantaneo come si dice delle foto, lo ha fatto anni fa un fotografo in un villaggio centroafricano, dopo che una colonna di carri armati lo aveva bombardato con molte vittime, per poi parcheggiare nella piazza:
il fotografo ha ritratto dei bambini che si dondolavano sulle canne dei cannoni.
L’immagine non mi ha stupito, mi sono riconosciuto in uno di quei bambini, insomma ero stato anch’io un bambino normale.
“Fragili” i bambini?, che possono essere sì distrutti ma solo fisicamente dalle bombe e dai terremoti, proprio come gli adulti, ma non lo possono neppure da esperienze di immoralità estrema (vedete voi quali), né da esperienze luttuose (vedi l’insuperabile e rivoluzionario Lutto e melanconia di Freud).
É questo il potere, la sua base.
Il bambino può sì essere, non dico distrutto ma messo in scacco perfino a vita (sorte comune):
ne darò l’esempio domani.
giovedì 19 maggio 2016