UN POTERE SOVRANO

L’idea di perdono non è semplice.

In proposito c’è oscurità e confusione, e si resta appiattiti sulla vaga idea di buoni sentimenti da bravi ragazzi della parrocchia, sentimenti che comunque restano inefficaci e anche risibili.

Se significa qualcosa, deve trattarsi di una soluzione data al fatto che qualcuno ha commesso un atto (peccato o delitto) che per il danno che produce interrompe la relazione detta “prossimo” ossia partner con uno o più altri:
questa interruzione viene imputata (giudizio) e sanzionata (pena).

Per significare qualcosa, il perdono deve consistere nel condono della pena, intatta rimanendo l’imputazione.

Questo concetto è identico a quello di grazia, condono della pena da parte del sovrano (o del rappresentante della sovranità, il Presidente dello stato):
si tratta di un potere, con effetti universali.

Trasferirlo all’individuo sembra una pretesa spropositata, e sarebbe meglio concludere che il perdono è inconcepibile:
chi può perdonare?, se non chi.

L’esame del perdono non è terminato.

martedì 26 aprile 2016

 

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