Lo spunto è un articolo recente [1].
Ripeto che si può parlare di amore solo distinguendolo dalla misericordia, cosa da poveri:
e riconoscendolo come passione senza patetico, e anche come interesse.
L’amore è cosa da ricchi:
però distinguendo la ricchezza come “la roba” (ricordate Mazzarò?) dalla ricchezza come modo di produzione della roba:
qui ci sta anche S. Francesco, che tutti confondono con gioiose pezze al sedere.
La lingua, coniugata con quella che abbiamo in bocca, è (ma raramente) modo di produzione della roba:
bene o male lo ha detto anche Austin in How to do things with words (Come fare “robe” con parole, 1955), individuando le cose come azioni:
ho appena scritto “La lingua è modo eccetera”, ma dovevo scrivere “può essere”, cioè potere:
è un potere che pochissimi prendono, e molti avversano e censurano.
Freud è un caso di presa del potere:
poi gli psicoanalisti se ne sono largamente privati.
martedì 12 aprile 2016
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[1] Alberto Melloni, Francesco e la riforma dell’amore, la Repubblica sabato 9 aprile.