Non “le credenze”, ce n’è una sola assoluta:
è la credenza nella “struttura” (“simbolico”, “linguaggio” con virgolette) che ha fanatizzato di sé il secondo Novecento, proseguendo intatta nel XXI secolo.
Chomsky l’ha militata senza dubbi di fede (“grammatica generativa”), e senza apporti empirici e logici.
Lacan si è differenziato in questo:
ha pensato (senza ulteriore pensiero) l’uomo come invincibilmente preso (dupe) in questa credenza, inetto a liberarsene (compreso l’uomo-Lacan), salvo passare a non-dupe ossia una sorta di anarchia individuale (errer) rispetto alla “struttura” stessa.
La stesso pensiero di guarigione ne risulta schernito come il balzo a cavallo del Barone di Münchhausen, che mentre è ancora in aria torna indietro con una curva a U.
Di fronte a tanto im-potere (neppure l’anarchico ha potere, non ne vuole), la frase della misericordia è:
“siete patetici!”, ontologicamente (l’ontologia resta).
Sottomissione, anche del ribelle (addomesticabilissimo).
lunedì 14 dicembre 2015