Sabato domenica 21-22 novembre 2015
in anno 159 post Freud amicum natum
Un intellettuale “laico” e già brillantemente laicista nel passato, facendosi forte anche dell’autorità del Papa, ha appena sostenuto in TV che potere e amore sono due opposti, e che questo è l’insegnamento stesso del cristianesimo.
Meglio avrebbe fatto a restare il laicista che era stato, perché opporre potere e amore è come portare via il cibo di bocca alla gente, magari ai bambini:
infatti se fossimo capaci di “amore” – ancora oggi nessuno sa cos’è –, avremmo finalmente un potere immenso e inedito, o a dir poco potremmo qualcosa, e gli stessi “Poteri forti” sarebbero presi di sorpresa.
“Amore” se non è un flatus vocis (e quasi sempre lo è), è una rara forma che può assumere il mio pensiero quando può qualcosa:
anzi, “pensiero” è sinonimo di “potere”, salvo demenza, sempre più coltivata dalla Cultura:
è la Cultura che neppure può pensare la sinonimia di amore e potere, e in ciò è anche peggio del “surveiller et punir” di Michel Foucault.