I poveri sono brutti, brutti e anche cattivi, e con la miseri-cordia non ci si può fare nulla, solo conservarli.
Il povero non è definito anzitutto dalla mancanza di soldi, ma dalla mancanza di partner o soci, i soldi seguono perché è la partnership a produrre ricchezza:
se avessimo davvero a cuore i poveri (miseri-cordia), opereremmo per restituirli-ricostituirli-rivoluzionarli come soci o partner:
conterei poco sul reddito di cittadinanza, meglio il panem et circenses degli antichi romani che almeno un po’ associavano i poveri allo Stato.
Tutti i discorsi im-becilli di “sinistra” derivano dall’avere gettato via cretinamente l’idea buona di Marx:
Marx non stava con i poveri, o i “ceti deboli”, bensì sapeva che la civiltà più avanzata, detta “Capitalismo”, produce sì ricchezza ma anche povertà contestualmente, ossia che la povertà è un prodotto, non un dato naturale né un residuo inevitabile:
si trattava allora di operare su questa poco virtuosa co-produzione capitalistica.
La “sinistra”, avendo rigettato tutto Marx e proponendosi come misericordia per i ceti deboli, è risultata semplicemente conservatrice, oltre che inutile, impietosa pietà.
Noi psicoanalisti sappiamo che anche la psicopatologia produce povertà perché dis-socia:
non ha neppure la parziale virtù del capitalismo di produrre ricchezza.
Curioso che da tempo i cristiani si orientino sulla misericordia, parola islamica, anziché sull’amore, parola cristiana, che designa una virtù da ricchi.
Non è poi detto che i capitalisti siano pregiudizialmente contro la critica di Marx:
non è che siano contro, è che non ci … pensano.
PS
Il clochard o “barbone” è la satira del dis-sociato che genera il povero.
Ho letto su un giornale l’espressione “poveri meritevoli”:
già detti “poveri Cristi”.
lunedì 16 novembre 2015