Non c’è nulla che rifiutiamo di più che chiamare le cose con il loro nome, così come le vediamo, cronaca, senza “chiacchiere da psicoanalista”:
a Parigi hanno fatto il tiro a segno a delle sagome, con la frivolezza del poligono di tiro:
e includendo sé stessi tra le sagome quando si fanno saltare in aria.
Non è nemmeno guerra, in cui le sagome sono altrui ma non proprie.
Questo articolo potrebbe intitolarsi “Eccitare la frivolezza”, la fatuità (dolorosa e sanguinaria poco importa):
“sagoma” significa che non c’è corpo.
Com’è o come non è, è così.
Ancora una volta, reale è il corpo, non un “valore”:
questi islamici in fondo sono dei missionari, a evangelizzarci all’idea che non siamo che sagome.
Magari un giorno nel dialogo ecumenico converranno – come nella Convenzione di Ginevra – che la sagoma è un “valore”, come tale da rispettare:
al che il solito cristianuccio farà eco dicendo che proprio così, che “persona” = sagoma + valore:
bravo!
Compito:
individuare la condizione della frivolezza.
martedì 17 novembre 2015