L’argomento dell’articolo di ieri (La lunga marcia verso l’idiota) è davvero notevole cioè degno di nota:
esso era già sedici secoli fa di Sant’Agostino.
Infatti in esso è anche scritto:
“Gli uomini finirebbero per essere obbligati [dai farmaci o altri mezzi naturali] a essere morali. Verrebbero manipolati in modo che non possano mai compiere la scelta sbagliata”:
sorvolo sulla dabbenaggine, oppure malafede, del dirlo.
Ma il termine di paragone è con Sant’Agostino, il quale sosteneva che verrà un momento (paradiso, cielo, beatitudine) in cui “non potremo peccare”:
che cosa gli ha preso? sostituendo, in anticipo sui tempi, i mezzi naturali con i mezzi soprannaturali:
e io che c’entro?:
tanto rumore – sulla libertà – per nulla.
Delitto e patologia per una volta si schierano con noi.
giovedì 28 maggio 2015