É davvero una domanda – C’è chi può? –, se si eccettua il potere di far colare sangue e anima.
Oggi conosco pochi con il potere di costruire una frase sensata, culturalmente prevale il linguicidio, terrorismo democratico.
Il ’68 ha diffamato il Potere come tale, il capofila di questa diffamazione è stato Michel Foucault.
Almeno per un momento J. Lacan si è diversamente orientato quando scriveva:
Tale è lo sgomento che si impadronisce dell’uomo
allo scoprire la figura del suo potere,
che se ne distoglie nella sua stessa azione
quando questa la mostra nuda:
è il caso della psicoanalisi.
C’è un Partito italiano la cui minoranza “rogna” contro il suo leader – che fa quel che può, qualcosa più del solito – con il pensiero panico che egli accumuli potere:
verginelle!
Da anni mi basta assistere a un corteo sindacale o studentesco, per vedere con realistica visionarietà sfilare l’impotenza.
Ci sono poi i black-bloc e simili, che credono nel potere di spaccare o incendiare:
se qualcuno ne ammazzasse uno potrebbe nascerne un nuovo Horst-Wessel Lied, l’Inno di un Partito che credeva di sapere che cosa è il Potere:
cari piccini!, base di massa del peggio.
martedì 19 maggio 2015