Quasi nessuno riesce a pensarlo, che cosa?, che non conta:
ma che cosa? cioè il soggetto della frase:
e l’unica cosa al mondo che non abbia contabilità, equivalente, costo, prezzo, valore è la vita sessuale.
Ma – ecco tutto – essa continua ad accompagnarsi a un senso di costo:
per una volta il “senso di colpa” acquista un contenuto sensibile benché assurdo, corrispondente alla frase “Questa me la paghi!”:
è quel che dice la prostituta, che ciò dicendo diventa la bocca della verità per l’umanità intera, e solo in ciò esercita il mestiere più antico del mondo.
É quasi impossibile trovare un essere umano nel pensiero del quale la vita sessuale, anche legittima e magari benedetta da “Dio”, non sia prostitutiva, magari gentilmente (doni, fiori, precedenza, onore sociale in “quote” rosa).
L’errore non nasce dai sessi, questi sono solo il bersaglio universale:
il disonore precede, procede da un falso depositato in cassetta di sicurezza nel caveau del “Cielo” (chiamato “superio” da Freud):
una cassetta di sicurezza è un mistero perché potrebbe non contenere nulla.
Noi psicoanalisti non siamo sessuologi, non parliamo mai di sesso:
solo la patologia ne (s)parla, e illimitatamente, è pansessualista come le morali sessuali:
ci occupiamo di un errore che disprezza (verbo da usare come assoluto), e prezza i sessi.
venerdì 10 aprile 2015