Riprendo le due preghiere politiche di ieri, che chiamo preghiere perché queste, se lo sono e non sono cerimoniali ossessivi, implicano l’universo (l’ossessione è psichismo provinciale):
ecco perché il piatire dei poveri non sortisce niente, neppure se assume la materia del gridare (magari per i “diritti”):
“preghiera” significa che non faccio tutto io, anzi che non ci penso neanche.
Alla “massa” − legame impersonale di tutti con tutti − Freud ha dedicato molta attenzione, fino a definire l’innamoramento una massa a due, in cui cioè non c’è nessuno (più poveri di così!):
regolarmente accompagnata da povertà materiale, lo è anche da povertà psichica (“miseria psicologica delle masse”):
secondo me è il principale problema della politica.
Lo chiamo “problema” perché non è affatto certo che le Istituzioni politiche ne beneficino.
Non ripeto il solito incomprensibile, ossia che il legame di massa non è giuridico, e non è amoroso, e porta male.
venerdì 20 marzo 2015