Sabato domenica 7-8 febbraio 2015
in anno 158 post Freud amicum natum
Ho apprezzato un sogno in cui la mia paziente viaggia con me attraverso una oikouméne alternante un Medioriente pericoloso e una Sicilia mafiosa, attraversata anche da un vociale famigliare sgradevole, per arrivare a un divano ricoperto da un tappeto orientale sudicio sul quale accetta di distendersi a condizione di ricoprirlo con un panno pulito:
non poteva pensare (“sognare”) meglio
(Medioriente non significa pericolo, Sicilia non significa mafia, divano o tappeto non significa sudicio come neppure il sesso, voce non significa sgradevole, parola non significa menzogna).
Una persona normale, individualmente non statisticamente sana – la statistica è distribuzione variabile della malavitosità -, è quella che ha colto che abitiamo una malavita umana duplice – notabene, non ho detto che ci sono due malavite -, quella di società-cultura con censura anche su questa, e quella psicopatologica, che da decenni si cerca di negare, e anzitutto di negare come appartenente alla medesima categoria “malavita”.
Anche il paranoico è malavitoso, come lo è l’anima bella o isteria, in generale la psicopatologia
(la Fenomenologia dello Spirito di Hegel andrebbe studiata in Psichiatria e Psicologia):
con la psicopatologia Freud ha fatto scuola di pensiero e di morale:
con disappunto del prete che ne è tagliato fuori, eppure era al corrente di accidia, invidia, superbia, ma è subito inciampato nella lussuria.
Una persona normale distingue grano da zizzania, e non strappa la seconda, piuttosto fa della botanica spirituale e pratica.