CCÀ NISCIUN’ È FESS

Sabato domenica 8-9 novembre 2014
in anno 158 post Freud amicum natum
Ccà nisciun’ è fess

 

É la formulazione partenopea del principio di realtà come accadere, seconda edizione dell’accadere del principio di piacere ma reso ancora più evoluto, non per evoluzionismo ma per elaborazione  individuale:
è l’edizione secondo verità.

Il principio di piacere è il primo dogma senza dogmatismo.

Fino al momento iniziale del principio, questo era suscettibile di venire ingannato da Ideali e Teorie in nome dell’amore, dell’amore stesso come Ideale (è il rio destino dell’amore):
il principio di realtà è il detto napoletano pronunciato nei riguardi di Ideali e Teorie da parte, non del pragmatismo, bensì del Principio stesso, che ne risulta rinforzato.

Il principio di realtà si afferma non in nome della “realtà” – di cui il principio di piacere non mancava affatto – bensì della verità affermata contro l’inganno:
nel distinguere realtà volgare da realtà, mi sovviene la distinzione marxiana tra materialismo volgare e materialismo (ma non sovrappongo le due distinzioni).

Verità non realtà:
nessuna epoca ha mai mancato quanto la nostra di questa distinzione.

Freud ha introdotto, con la categoria di accadere, la guarigione dalla miseria della filosofia greca in quanto povera di categorie, ridotte a quelle di essere e divenire.

Di questa povertà non faccio colpa alle neuroscienze:
la filosofia può farsi scienza (caso unico della psicoanalisi), la scienza non può farsi filosofia.

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