Le verità storiche, economiche, sono semplici, materialistiche:
lo slogan del capitalismo è “teniamoli in vita perché servono lavoratori (sempre meno) e consumatori”:
esso non può staccarsi dal salario cioè dal libero mercato della forza-lavoro con la sua libertà di morire di fame:
questa è anche la maledizione del Sindacato, che fa lodevolmente del suo meglio ma rinforza la condanna dei lavoratori a pensare solo in termini di salario (un dettaglio automatico del calcolo economico) e non economici.
Il capitalismo non è cattivo, non farebbe male a una mosca né a un uomo, al contrario realizza il vero movente umano che è l’imprendere-iniziare, inesistente in natura:
ma è affetto da una contraddizione, quella che lo rende incapace di fermarsi alla soglia di “tutti-morti!”
Un po’ ci prova “La Politica”:
gli 80 euro di Renzi rappresentano bene nel loro poco quel po’ di politica, massimo il 5%, che chiamiamo “La Politica”, funzione della sopravvivenza collettiva:
il restante 95 % lo fa la nostra vita quotidiana sempre extraparlamentare, ma lo fa malissimo, dal che la contraddizione:
il Comunismo ha provato a risolvere la contraddizione, non tanto bene a quanto s’è visto.
Di questo 95 % si occupa, malissimo, la vita psichica o pensiero criticata da Freud, che si rivela così massimo pensatore politico, e che proprio per questo non sarebbe mai “sceso” in Politica.
Tutta la storia della Civiltà ha eccettuato l’amore dall’imprendere:
lo chiamiamo “narcisismo”.
martedì 6 maggio 2014