La Roma dei Papi ha appena ripreso l’iniziativa di dichiarare due nuovi Santi.
A questo riguardo alcuni hanno rinnovato una vecchia obiezione, cioè che si tratta di un atto politico:
ma non vedo l’obiezione, che altro atto potrebbe essere?:
mantengo della politica una buona opinione benché immeritata (bontà mia).
Semmai la questione è quella dell’agiografia, tradizionalmente fatta di omissioni e delle relative sistematizzazioni, il che la rende illeggibile nonché disgustosa:
i soli agiografi leggibili sono stati dei biografi laici miscredenti.
É una vita che sento questa parola, “santo”, sempre insoddisfacente:
tanto più che è rimasta associata alla parola “sacro” (“sacro-santo”), che significa “off-limits”, la parola dell’insoddisfazione:
il cristianesimo sembrava averla liquidata, insieme alla parola “destino”.
Se esistesse un santo, questo sarebbe un fuori-classe, non uno con la marcia in più (idea ridicola):
dovrò tornarci.
So di avere contribuito a “santo”:
l’ho definito amico del pensiero.
martedì 29 aprile 2014