Ieri ho lasciato in sospeso il quesito riguardante il bambino come partner.
Poiché i bambini costano cari, come far sì che non siano dei mangiapane a tradimento?:
questa domanda non è quasi mai pensata, e sostituita dalla solita Teoria che i bambini si devono amare secondo l’orrida idea di sacrificio amoroso (poi gli si presenterà il conto, non precisamente amoroso).
… Era già una risposta pragmatica il buonsenso del contadino d’altri tempi, che mandava il bambino a lavorare nel frutteto fin da quando poteva reggersi sulle gambe.
La mia risposta è che il bambino merita quel che costa perché è un consulente valido benché inconsapevole su ciò che non va nell’azienda dell’adulto, un consulente af-fabile, angelo custode senza le ali, un Mozart a due anni (quante volte l’ho ripetuto?):
il bambino è memento cogitare, depositario individuale del principio di piacere benché ancora senza rappresentanza cioè autorità.
Si tratta di sottoscrivere razionalmente la frase “Se non tornerete come bambini …”, poi reintrodotta da Freud.
In contrario c’è l’ordinaria strage educativa degli innocenti:
che poi non sono affatto innocenti, perché l’in-nocenza è una scoperta successiva, matura e intelligente.
giovedì 13 marzo 2014