Abbiamo appena appreso che la politica italiana è in subordine più di prima:
speriamo che il primo subordinato di oggi, il Garzone d’Italia, faccia un buon lavoro, finendola con le lacrime della lamentazione dantesca “Ahi serva Italia”:
e che diventi un buon servus, consolandosi di essere un servus servorum.
L’Italia non è mai stata sovrana, a parte la torva parentesi “libera” del Fascismo, autarchia tra le parentesi di due guerre all’inizio e alla fine.
Buona occasione per ciò che dico da anni:
che la sovranità, se può essere, è soltanto individuale (sono freudiano).
La popolazione non potrebbe essere disamorata della politica (che semplicemente non può essere amata), è solo disillusa correttamente dell’idea di sovranità popolare, che non c’è mai stata.
Il voto politico, democratico, non è un mio diritto né dovere, è solo una libera tassa, elemosina, finanziamento al 5‰ che pago volentieri proprio come è detto “Date a Cesare …”.
Non nascondo che io venderei l’Italia all’asta, sperando che ci comprino gli USA o la Cina:
il nostro debito, per nulla sovrano, lo pagherebbero loro (“Rimetti a noi i nostri debiti …”), senza contare altri beneficî.
lunedì 17 febbraio 2014