GUNÉ AKÍNETON. DUE LAPSUS

Sembra difficile ma non lo è, significa donna (gunè) immobile (akìneton):
il neutro “akìneton” è corretto, benché riferito a un sostantivo femminile, se “donna” esiste nella rimozione che ne fa un gender, neutro per definizione.

I due lapsus di udito riguardano un brano operistico celebre (Giuseppe Verdi, Rigoletto, Atto III, Duca di Mantova):

La donna è immobile (anziché mobile)
muta d’accento (come mutismo e non mutamento)

Sono  lapsus rocciosi nel senso di lungamente non riconosciuti, inoltre si producono in ambedue i sessi.

La “donna immobile” è troppo prossima al “motore immobile” di Aristotele, cioè “Dio” che scrivo sempre tra virgolette
il pròton kinoùv akìneton, primum movens in latino -,
per non chiedermi se Aristotele non parlasse proprio dell’isteria.

In ciò sono preceduto da Freud nel suo pròton pseudos, bilateralmente collegato ad Aristotele e all’isteria (per ora non dico di più, chi è interessato può documentarsi facilmente).
La donna immobile e muta (isterica anche se agitata e chiassosa), non viene mai là dove è attesa, s-viene dall’appuntamento:
ma ne s-viene anche l’ossessivo (Verdi, il suo librettista, il Duca), che sembra sì attenderla ma frivola:
lei lo è ma per proiezione, perché l’idea di frivolezza è in lui (ricordo Marylin Monroe che quando è sola in ufficio legge Kant):
mai donna facile.

Il primo ossessivo è stato Adamo allorché, nello stesso momento in cui si è vergognato (“pudenda”), ha pensato, anche se il testo non lo dice, che Eva dando anche a lui la buona mela era stata frivola e non facile:
a sua volta ha dato a Eva la foglia di fico che, essendo la medesima nei due sessi, introduceva il neutro sessuale, il motore immobile del c….:
una volgarità ma non mia, è la volgarità di tutta la Storia.

giovedì 13 febbraio 2014

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