FAMIGLIA E IDROFOBIA

Assumo ciò che ho scritto ieri (Vocazione: single come status), e che dico da anni, come indicazione per risolvere.

Non è che la famiglia oggi è in ribasso:
lo è sempre stata, non è questione di rilanciarla:
fatto curioso, anche il Movimento gay lo fa, rilanciando insieme all’anello coniugale anche il diritto naturale, e attendendo il consenso papale (è ciò che gli interessa, vedi Guaglione, venerdì 21).

Io sono contrario non fondandomi sui sessi, ormai “gender” vallà, cioè sulla natura
– non esiste “sessualità” cioè attrazione naturale tra i sessi, ufficialmente fino a ieri quelli etero ma oggi gaiamente anche quelli omo -,
ma perché contrario a ogni apartheid, anche quello democraticamente statuito e consensualmente convenuto, intendo quello tra le due metà del cielo.

Diciamo così, sarebbe solo un peggioramento il tirare a terra il matroneo, con ripartizione di donne e uomini secondo le due navate con la benedizione dell’Altissimo:
l’ideologia gay ha secolarizzato l’omosessualità spirituale lungamente attecchita nel sottosuolo del cristianesimo.

Se l’amore è portare acqua al mulino, la famiglia è un mulino senza acqua perché l’acqua viene da fuori:
l’amore non fa gruppo, massa a due.

Propongo l’indicazione di ricavare dal mio single-eremita come vocazione e status, una soluzione per il ribasso della famiglia e la correlata istanza gay.

Omofilia e omofobia, e perfino eterofilia e eterofobia, restano idrofobe.

giovedì 27 febbraio 2014

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