Ci sono atti in politica?, e da come vanno le cose (e non vanno) c’è motivo di dubitarne.
Senza ora disquisire ma attenendomi all’osservazione, annoto che in Italia non ce n’è (non che io faccia sconti ad altri paesi).
Non si tratta di disaffezione politica, è che non vedo di che avere affezione:
né mi si parli di politica in quegli sfaccendati di “sinistra” sempre in cerca di qualcosa contro cui protestare:
resto favorevole allo scritto di Lenin Estremismo malattia infantile del comunismo.
Questa osservazione della perdurante mancanza d’atto politico – che non mi rende affatto indifferente a giornali e telegiornali né al voto politico – non mi fa protestare né piagnucolare, bensì mi fa ingrandire la sovranità individuale nell’atto politico:
l’atto politico potrà (ri)nascere a partire dal pensiero della sovranità in quanto individuale, e dalla liberà di psicologia come il primo articolo della Costituzione.
Malgrado la mia critica (non terminata) della mistica, valorizzo di questa l’individualità.
PS
Se Sanremo (vedi ieri) smettesse di essere la fiera dell’innamoramentismo, sarebbe un atto politico.
martedì 11 febbraio 2014