L’accordo renzusconiano ha raggiunto una soluzione (tripartita: elezioni, senato, capitolo 5), che non trovo tanto male:
ma non è stata una gran cosa, né nel bene né nel male, semplicemente un po’ di soluzione molto in ritardo di un’inibizione politica di vecchia data, insomma robetta benché tardivamente utile, poco più che pezze al sedere, vedi La robetta pubblica di mercoledì 15 gennaio.
Restiamo nella puerilità politica:
capisco l’analogia freudiana tra vita collettiva e vita nevrotica, in cui soluzioni patologiche del passato sono diventate insolubili.
Così, i dibattiti politico-giornalistici sono semplicemente umilianti per la collettività.
Ma la fonte dell’umiliazione collettiva, la sua “base”, è solo secondariamente politica, primariamente è discorsiva, psicologica (ma è solo Freud ad avere usato con dignità scientifica questa parola).
Ne ho parlato cento volte, è l’umiliazione collettiva derivante da Teorie imposte senza imposizione, con rispetto dei Diritti umani:
1. la Teoria dell’istinto o dell’animale umano, 2. la Teoria dell’innamoramento come amore, 3. la Teoria ontologica o delle parole come nomi delle cose, 4. la Teoria religiosa condivisa anche dai non credenti.
giovedì 23 gennaio 2014