Non arrivo a dire che il capitalista finanziario (vedi martedì) ama l’umanità (vedi ieri), osservo però che porta acqua a qualche mulino, anche se non sa quale.
Max Weber (1864-1920) non può avere conosciuto Scrooge McDuck detto Paperone, ideato da Carl Barks nel 1947 (vedi Google):
se gli fosse capitato avrebbe cambiato analogia vocazionale (Beruf) per il capitalista almeno finanziario:
passando dalla vocazione del benedettino a quella dell’eremita, come appunto Paperone.
Infatti Paperone:
- non fa né farebbe beneficenza, ma non è affatto lo Scrooge di Dickens (che aveva torto) da cui Barks ha preso le mosse, chissà se sapendolo:
infatti quando dice “Eccomi qua, nella mia comoda dimora [potrebbe abitare un monolocale frugale come il suo abbigliamento], aspettando che passi il Natale! Che stupida festa in cui tutti si vogliono bene! Ma per me è diverso! Tutti mi odiano e io odio tutti! E tutti a comprare regali …! Pare che si divertano! Non mi sono mai divertito, io!”,
così dicendo fa una magnifica critica del superio consumistico, pubblicitario, ridanciano, maniacale; - non disdegna alcun lavoro umile, anzi non fa distinzione tra lavoro umile e nobile, d’altronde il lavoro del capitalista finanziario è umile fino a banale e ripetitivo;
- non ha la minima ambizione a diventare Presidente di qualcosa (del Consiglio, della Repubblica, del Partito …), e in fondo nemmeno a influenzare la politica, e tanto meno ad apparire sui giornali, in TV, o nel jet set;
- il suo capitale di 500 triplitrilioni di quadricatilioni di centrifugatilioni di dollari e 16 centesimi, concisamente detti fantastiliardi, è incommensurabile con quei poveri tre ettari cubici di dollari del celebre “deposito”, in altri termini il denaro come “cosa” non ha importanza;
- non accumula, cioè il “deposito” non è accumulo, il solo uso che ne fa è quel gaio bagno nei dollari che è effimero, fugace, giusto per non sembrare spiritualmente superiore alla cosa materiale:
nulla a che vedere con quello stupido “ricco epulone” che crede di godere dell’accumulo, del consumare senza produrre, cioè che ha arrestato il suo moto; - le sue innumerevoli e varie avventure lo mostrano curioso;
- certamente ha un desiderio, che non è la “cosa” ma l’incremento della cosa (il suo desiderio non è la ricchezza), anche se non sa a quale mulino porta la sua acqua.
Si ricapitola in questo il suo desiderio?:
ma io sostengo la questione:
“Quale è il desiderio di un eremita, un single?”, ossia di uno che abita uno spazio a due uscite, illimitate nelle relazioni.
venerdì 10 gennaio 2014