INTROVERSIONE GLOBALE

Riprendo Duro potere e dolce mistica di lunedì 27 gennaio, con il secondo articolo ivi citato di Carlo Bastasin, Quel liquido amniotico [il capitale finanziario] che avvolge l’economia.

Cito:

“Lo stupore è accresciuto dalla sensazione di non poter governare quasi nulla”.

“Possibilità che la tecnologia spiazzi metà dei posti di lavoro”.

“Quasi tutto ciò che è importante sembra sfuggire al controllo dei cittadini”.

“Non esiste inerzia benevola [vero; vedi lunedì 27]. Tutto è fragile se non è governato. E l’arretramento nella capacità di governo dell’economia mondiale è sconcertante”.

“Tentazioni all’introversione [vero che sono tentazioni] …”.

“Senza guida …”.

“Le categorie politiche tradizionali danno un orientamento limitato”.

“L’economia introversa, isolata dal mondo, è diventata più forte”.

“L’introversione ha prevalso”.

Sempre più il linguaggio di Freud, che trovava forte analogia tra fatti collettivi e patologie individuali;
e che dichiarava impossibile governare:
e anche educare, ma ci metteva sull’avviso aggiungendo alla lista anche psicoanalizzare.

Tutti morti?, almeno di fame? (salvo l’1% da cui prendeva le mosse l’articolo menzionato):
salvezza nella dolce morte?:
penso a Zardoz, 1974, di John Boorman con Sean Connery e Charlotte Rampling, e alla mistica della vita mestamente, melanconicamente, paradisiaca.

É stato quell’anno che ho pensato per la prima volta che, forse, io in Paradiso non ho voglia di andarci:
il “Dio” di un tale Paradiso non mi manderebbe all’Inferno, perché il mio diniego lo imbarazzerebbe.

La precedente parola “orientamento” orienta.

mercoledì 29 gennaio 2014

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