e me ne vanto ancora oggi.
A quell’età (io sono della “classe” ’41) giunse in parrocchia un missionario reduce dalla Cina ormai comunista, che parlava ripetutamente di quei cari “cinesini”, e biasimava gli orrori del comunismo.
Tra questi ricorreva il fatto che i comunisti sequestravano i bambini alle famiglie per l’intera giornata, restituendoli per la sola notte:
all’epoca non sapevo nulla di Marx-Lenin-Stalin-Mao, però mi piaceva che la vita dei bambini non avesse la famiglia come suo asse, e del resto tale era già la mia vita di bambino di strada (mia madre mi chiamò precocemente “il pensionante”, del che mi vanto ancora oggi).
Allorché ho visto Per un pugno di dollari di Sergio Leone mi sono riconosciuto subito nella frase del mirabile pistolero ammazzasette con la seicolpi:
“Mai stato così male come a casa mia”, eppure la mia famiglia aveva due eccellenti genitori che si sono prodigati per i figli:
il trauma psichico(-intellettuale-morale) convive bene con gli ideali educativi, i diritti dei bambini e l’amorevolezza domestica, non è contundente, si insinua oleoso.
A tanti anni di distanza ho concluso che i comunisti anni ’70 hanno fatto male a rinunciare al PCI, il che hanno fatto raschiando via ogni memoria materiale del marxismo (rammento che nel nuovo Partito chi menzionasse Marx era condiscendentemente guardato come un tapino rétro):
il rinnegamento è una pessima soluzione, che senza parere mantiene in vita il peggio di prima in forma di formazione reattiva.
In fondo la prima idea di Marx (Manifesto) non era la dittatura del proletariato, bensì che le masse lavoratrici sostituissero il pensiero al loro eterno fallimento, e i poveri non possono che fallire:
ecco perché Marx ce l’aveva tanto con la Religione, che “ama” i poveri, e il cuore lo mette solo per la miseria (“miseri-cordia”):
egli era furioso con quelli che vogliono il Bbbène del popolo, al … Diavolo!
É su questo punto che poteva incontrare Freud, che dichiaratamente non lavorava per il Bbbéne dei nevrotici né per misericordia (“mai stato così sadico” scriveva nel 1927).
Ce ne sarebbe abbastanza per un Partito comunista privo di rivendicazionismo sindacale (in ciò sono perfino leninista):
e anche per un PC ipercapitalista come quello cinese (e privo della demenza No TAV).
Apprezzo che nella Russia odierna di Putin si sia tornati a commemorare Lenin, senza mio interesse a sapere perché Putin lo ha voluto.
venerdì 24 gennaio 2014