Ho appena scritto che detesto Il Quarto Stato di Pellizza (1868-1907), il “buon popolo”:
il “populismo” del tradizionale gargarismo politico è solo buon-populismo, di destra e sinistra, di centro e religioni, perché è l’idea di popolo buono:
il popolo non è buono.
Il popolo è immondizia, diceva bene il fratacchione Alberto Sordi nel film di Luigi Magni, Nell’anno del Signore (1969), con gli indimenticabili Nino Manfredi, Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi et Al., e naturalmente l’Alberto (“Popolo, sei ’na monnezza!”).
Non è un’ingiuria (mia), l’immondizia è artificio, non esiste in natura, è un’ingiuria della civiltà da cui il “popolo” è nato arte-fatto e non si è mai sollevato.
Il comunitarismo che gli è addossato (come il sacco della “monnezza”) servirà al momento opportuno a giustificare il totalitarismo.
Platone ha populato con un tratto di penna, quello con cui ha scritto e prescritto la divisione – di classe?, sì – tra i pochi che s(t)anno sopra – epi-stéme – e i più che chiacchierano sotto detti “popolo”:
quasi nessuno osserva il clericalismo di questa divisione, e tutti i clericalismi ne sono dipesi (il clero precede i cleri):
la storia umana è tutta in-segnata da questa populazione, e la popolazione, sventurata!, ha educativamente appreso.
Nessuna Costituzione ha mai scritto che la sovranità è individuale, principio del diritto di cui la comunità popolare è il cimitero:
società non è comunità.
venerdì 13 dicembre 2013