Il principio della morale che ha il mio assenso è stato enunciato circa venti secoli fa:
“Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che ne esce” (Mt 15, 11):
con facile esplicitazione, puro o impuro (morale o immorale) non è ciò che entra ma ciò che esce
dalla bocca dell’uomo, cioè le parole anzi le frasi.
Si tratta del potere ordinativo della frase, quello per cui parlo di Ordine giuridico del linguaggio.
Uno dei principali errori della storia del cristianesimo è quello di avere istituito delle morali specifiche, tra le quali quella sessuale, immorale per la sua stessa esistenza:
la moralità quanto ai sessi dipende tutta e solo dalla frase, e non solo da quella che li riguarda direttamente.
Lo stesso principio è stato molto tempo dopo enunciato da Freud , ossia che la morale è del discorso (anzitutto parlato), del discorso senza omissione e sistematizzazione (a sua volta generata dalla censura dell’omesso):
la tecnica psicoanalitica è dunque morale applicata, e l’esperienza psicoanalitica è un’esperienza morale, senza alcuna iniezione di morale.
Analoghe osservazioni ho fatto sull’economia:
non sarà che la nostra Scienza economica è diseconomica?, senza iniezioni di morale.
[Riprenderò lunedì 28 ottobre.]
giovedì 24 ottobre 2013