Ho preso nota di questo pensiero improvviso, condividendone lo spirito critico cioè distintivo, contrariamente al “buonismo” acritico con cui in tutta la Cultura si accoglie la parola “Psicologia” così come la parola “Filosofia” e altre:
a quasi nessuno viene alla mente che c’è una Psicologia feroce (oggi dominante) distinta da una che non lo è.
Lo stesso per la parola “Etica” e la parola “Amore”, la quale nella sua versione feroce non conosce limiti:
noi psicoanalisti siamo stati presi dallo sgomento per la formazione reattiva, così come per il narcisismo come il nome freudiano dell’innamoramento (distinto in nevrotico e psicotico cioè il Narciso del mito).
I Nazisti si sono rifugiati nel dovere, cioè nell’Etica, ma potrebbero farlo, altrettanto kantianamente, anche nell’amore, ossia ancora nell’Etica.
Ricordo ancora i miei vecchi tempi in cui mi sono risolto, in un pubblico dibattito d’epoca, per la parola “morale” e non per la parola “etica”:
ma mi resta da dire quale morale.
mercoledì 23 ottobre 2013