Il caso-Obama è simile al caso-Wilson esaminato da Freud:
come ha fatto il secondo – gravemente imputato da Freud nel “Tribunale Freud” istituito da lui –, così Obama sta facendo tutto nella sua testa individuale, non nel suo ruolo prevedibile cioè conforme a Poteri esterni a lui e da lui rappresentati, e neppure a Ideali (l’Americanismo) da lui interpretati:
e tutto il mondo ha il fiato sospeso in attesa del finale dei suoi processi mentali imprevedibili (come è accaduto con Wilson).
Si deve aggiungere giornalisticamente – e in ciò ho motivo di rallegrarmi per il mio papismo più volte dichiarato – che un altro individuo noto come Papa, nella sua testa individuale e non nel suo ruolo prevedibile ha preso posizione politica contro la minaccia alla pace oggi rappresentata dall’Obama-pensiero.
Nell’un caso come nell’altro, per il bene o il peggio è protagonista il pensiero individuale, in quanto tale non diverso in ognuno nel suo possibile protagonismo.
Il Papa pensa come me, senza che io aspiri a essere Papa.
Tornerò domani sul protagonismo.
lunedì 9 settembre 2013