É stupidità ma c’è del metodo:
sto commentando un articolo di ieri (Corriere mercoledì 4 settembre), Perché siamo inadatti alle scelte economiche. Il nostro cervello e le difficoltà a valutare rischi e benefici (consiglio di leggerlo per non edificarsi):
sullo sfondo c’è Daniel Kahneman, cognitivista e Nobel per l’economia nel 2002.
1° stupidità:
parlo di neuroscienze dei poveracci, per i quali perdita o guadagno riguardano pochi euro, tutto è micro-micro-microeconomico:
chissà perché queste ricerche non riguardano mai i neuroni dei ricchi-ricchi, dei capitalisti top, degli agenti importanti del capitale finanziario, ossia tutte persone che non hanno affatto il problema dei soldi:
l’oggetto di queste ricerche è il neurone dei poveri:
ma siamo proprio sicuri che c’è il neurone di classe?, per di più se di neurone si tratta allora ci risiamo alla razza:
il neo-razzismo non è quello che ingiuria Cécile Kienge o i calciatori di colore.
2° metodo:
è quello di censurare il pensiero che il profitto è un pensiero del … pensiero, che il neurone è incompetente in fatto di profitto:
il pensiero è poi capace di differenziare i profitti, cosa in cui i ricchi delle suddette diverse specie non sono molto dotati, proprio come i poveri.
É vero però che esiste il pensiero del povero, ossia l’unico problema dell’umanità.
giovedì 5 settembre 2013