Mi hanno rimproverato per essermi descritto (mercoledì 10) come già bambino criminale eppure “buon” bambino:
qui è tutta la psicologia, sia corrente che paludata, a mostrare il suo rotolone decerebrato, dato che il bambino non è né buono né felice né s-pensierato, ed era già Freud a osservare che non esiste innocenza infantile.
Ma lo osservava (ed ecco perché Freud mi è piaciuto) per aggiungere che per il bambino “la via dell’innocenza è ancora tutta da percorrere”, ossia ciò che ho appena detto io a proposito del progresso ossia passo in avanti dal simile al prossimo:
e infatti il primo pensiero verso il fratellino neonato è di omicidio, salvo soprassedere (intervallo importante ma non osservato) e ripensarci fino a farsene un compagno, cioè ha cambiato “linea”.
Con altre parole, il pensiero arriva da solo al 5° Comandamento [1] :
ciò è dimostrabile per tutti i Comandamenti.
Il pensiero del bambino non manca dunque del pensiero dell’omicidio, ma sconnesso dal passaggio all’atto:
lo è in forza di un’altra connessione, quella al passaggio dal simile al partner:
l’omicidio è la regressione da questa connessione.
Questa connessione, ancora integra nella nevrosi, è assente nella psicosi e nella perversione.
Nella società questa connessione, anche se non cola il sangue in piena, è rara e labile.
PS
In epoca di Papa Francesco bisognerebbe coltivare questa domanda:
come far passare il povero dal simile al prossimo?:
finché è simile non si può amare il povero.
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[1] Rapidisssima allusione a uno storico dibattito moderno, ben condotto soprattutto da H. Kelsen.
lunedì 15 luglio 2013