Precocemente raffinato, diplomatico, osservativo, inferente, prudente fino a circospetto, giudicante, completo nel pensiero (sa che a ciò cui non pensa lui pensa un altro), autorevole (non dubita delle sue osservazioni e inferenze), e in generale doppiamente migliore di Mozart a due anni di vita, ecco il bambino:
il consiglio di “tornare come bambini” è dunque razionale, seguito però dal solo Freud.
Osservato questo del bambino, si conclude che non c’è psicologia infantile che come diffamazione o sequestro.
Con la correlata conclusione che la categoria “infantile” si può predicare solo dell’adulto nella sua proiezione culturale e personale.
Ma c’è un’eccezione:
la sola psicologia propriamente infantile è l’ingenuità, come lo stato di un pensiero ancora privo di difesa logica dalla Teoria amorosa, e dalla correlata minaccia mafiosa (angoscia) di perdere un amore solo presupposto.
É grave perché potrà perdere le sua sette vite, conservando quando gli va bene la sola vita assicuratagli a prescindere da lui dai “Diritti umani”:
non dico che sono inutili, ma sono privi di copertura economica (come il Diritto al lavoro in disoccupazione crescente).
Pochi adulti acquisiscono questa difesa logica, o principio di realtà come difesa del principio di piacere:
osservo che ambedue, e in ultima analisi uno solo, sono principi civili, giuridici ante litteram.
lunedì 3 giugno 2013