I SENI DI ANGELINA JOLIE

Tutti abbiamo apprezzato i seni di Angelina Jolie:
e continueremo ad apprezzare i seni di Angelina Jolie.

Con  che differenza?:
che oggi “sappiamo” che c’è stata una plastica senza conseguenze estetiche spiacevoli, un sapere unito a tanta tanta emozione, wow!, che eroina!

Spingiamoci molto oltre:
se l’intero corpo di Angelina Jolie fosse tutto una plastica ossia un cyborg come in Blade runner, non mi perderei in tante commerciali emozioni nei suoi confronti, perché il suo principio di individuazione resterebbe il suo pensiero, indipendentemente dalla sua nuova materia:
fatto salvo il pensiero – la salvezza-salute è del pensiero –, non mi darebbe alcun disturbo il sapere che faccio l’amore con una cyborg, con passaggio a una materia più evoluta, basta con la tradizionale “carne”!

Non conosco bene Angelina J., ma non mi sento di escludere che lei la pensi come me, dato che questa sua esternazione è solo una variante della sua brillante carriera di attrice, e di personaggio pubblico da qualche anno, direi anzi che oggi la apprezzo più di prima sullo stesso piano.

Ammetto che ho delle fantasie singolari, ma riesco a immaginare  gaiamente che Angelina, mia fidanzata, un momento prima di fare l’amore con me, invece della tradizionale scena di spoliazione si smonti pezzo a pezzo e poi si rimonti, magari con la testa girata dall’altra parte e il sesso al posto dell’ombelico:
sto facendo del post-cubismo – Picasso-Braque-Gris-Léger –, niente naturalismo ossia quella Teoria che ha sempre seviziato moralmente l’umanità.

Blade runner è un buon film, ma è stato un’occasione mancata, perché il vero mutante rispetto alla natura è il corpo erotico:
l’umanità è una mutazione non cancerogena della natura, mentre la Teoria dell’istinto (sessuale, alimentare) è un cancro consistente nella negazione della trasfigurazione amorosa del corpo a partire dalla lingua (che è un muscolo).

Nell’eros gli organi, quelli sessuali come tutti gli altri, sono prelevati dalla loro funzione organica per essere letteralmente trasfigurati nel nostro intelletto:
il pregio che conferiamo loro non deriva da un giudizio ginecologico, andrologico, dermatologico, oculistico eccetera, bensì da una mutazione spirituale o di pensiero che auguro permanente.

Per una volta mi servo anch’io dello scenario teologico, prendendo spunto dall’idea di resurrezione dei corpi di Signorelli e Michelangelo, per speculare intorno a un’operazione di altissima chirurgia-ingegneria plastica veramente … divina!:
collegata alla momentanea (leggasi bara) conservazione del nostro pensiero su dischetto, conservato in mente dei che ha uno spazio infinito.

Senonché, nel dischetto rimane anche il pensiero ostile (la “pulsione aggressiva” accanto a quella amorosa), perfino in “Cielo”:
ma in “Cielo” non dovremmo essere sani-e-salvi?

giovedì 16 maggio 2013

 

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