Sabato domenica 6-7 aprile 2013
in anno 156 post Freud amicum natum
[Riproduco con un supplemento l’articolo di Pasqua intitolato “Due punti”.]
Due punti
Il laico che continua a tardare ovunque oggi, era già nel Credo di Nicea del 315, basta aggiungere due punti espliciti là dove erano impliciti e mai esplicitati:
“Credo in un solo Dio: [due punti]
Padre
Gesù figlio
Spirito.”
Qui “Dio” (con virgolette motivate) è solo un lemma del vocabolario, un fatto fonetico, pescato nella tradizione linguistica, privo di designazione (concetto) e di denotazione (realtà o ente) propria:
esso designa e denota, senza antecedenti logici o reali, una triade giuridicamente coerente (secondo rapporti), o meglio con una coerenza ancora da individuare dato che uno dei tre è un uomo.
Tra l’altro, una triade di persone che a loro volta non hanno alcun bisogno di pensarsi secondo un antecedente (“Dio”) per giustificarsi, o per darsi un senso:
o peggio per darsi un contenitore di cui fare da contenuto.
Qualsiasi cattolico anzi cristiano avrebbe motivo di definirsi a-teo, e di ritenere la frase isolata “Credo in Dio” come una frase in sé priva di significato:
il che era già pensiero di Cristo, il primo a-teo salvo tolleranza linguistica.
Il cristianesimo non è teo-logico, né religioso, salvo tolleranza per le religioni:
dunque nessuna familiarità (mono)teistica con l’Islam.
Dopo di che si è tornati indietro (alla religione e all’ontologia), dando progresso a questa regressione.
Gesù è un laico perché ha detto la sua, parlando urbi et orbi prima del papa.
Ma certo, capisco l’imbarazzo che sorgerebbe se il papa dicesse ciò che dico, perché molti cristiani protesterebbero:
“Ma come?, ci avete sempre detto che i due punti non c’erano!”
[Supplemento]
Il credente – ma attenzione!, il credente del Credo, quello dei due punti, non un credente indeterminato cioè senza i due punti –, è uno avvantaggiato nel pensiero dal pensiero, ancorché inverificabile, che ce n’è tre (posto che sappia farsene una … ragione, non fede):
tale vantaggio fa tutt’uno della salute e della salus, parola latina facile ma tradizionalmente inquinata per “purificazione” come impoverimento della salute (scissione salute/salvezza).
Questo impoverimento è chiamato spiritualismo, o anche spiritualità.
Uno schizofrenico, paranoico, melanconico, querulomane, non ha trinità, anche se ne recita la formula o fa il Papa boy;
nel nevrotico la trinità vivacchia e il Papa è una cornacchia (il “significante” lacaniano).
Se fossi Papa la mia prima enciclica inizierebbe da una questione tomistica:
“Utrum Papa cornacchia [1] sit an non”, cosa di cui dubitano tutti salamelecchi a parte:
salamelecchi ecclesiastici e civili, e in fondo i migliori sono i cinesi perché proprio non gliene fanno, dunque c’è qualche speranza per lui:
W la Cina!, scrivevo anni fa.
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[1] Linneo lo chiama Corvus corone.