RILEGGERE IERI, E LA PARANOIA

L’articolo di ieri è molto denso e invito a rileggerlo anche nel suo potere di ricapitolazione:
lo lascerei in bacheca per un mese.

Il soggetto paranoico
– di cui ho invitato a diventare osservatori, quanto a me non ne ho ancora proposto la formula semplice come ho fatto per l’isteria –,
è quello che rigetta assolutamente il modus recipientis, è ostile per principio a ogni pensiero che provenga da un altro, fino a rovesciare l’altro in fonte ostile di pensieri verso il soggetto:
e fino a proiettare su di lui i propri pensieri disconosciuti e rieditati come ostili:
proprio quell’altro che è la prima realtà esterna cioè fonte di ec-citamento o vocazione al moto.

La realtà esterna, i suoi pensieri come ec-citamenti o vocazioni  fecondanti l’operatività del soggetto, è ripromulgata come nemica per principio:
è così proibita la produzione di frutti per partnership.

(Parentesi:
sto parlando dell’Altro maiuscolo di J. Lacan).

Nella paranoia, con l’ostilità convive l’identificazione all’altro ritenuto rilevante, descrivibile come il rivestirne i panni senza assumerne i pensieri:
i panni possono essere quelli reali, i toni e modi e ruoli, fino alla deificazione dell’altro come capo, fonte di Ideali non di pensieri:
dimenticando che “Dio” o il capo arriva dopo l’uccisione del padre, talvolta reale con versamento di sangue.

Il paranoico delira l’eroe e va pazzo per i supereroi:
tutti affari per la Marvel.

Rammento che Gesù è stato classificato come paranoico (vedi Diagnosi psichiatrica di Gesù di A. Schweitzer leggi).

Tuttavia il paranoico non guarisce, eppure gli sarebbe facile perché gli basterebbe pronunciare la frase comune e perfino spiritosa:
“che stupido sono stato!”,
che è poi la frase giudicante e critica di  tutte le guarigioni.

lunedì 15 aprile 2013

 

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