[Ho appena terminato l’Articolo 14 della prima Costituzione in video su Youtube (http://www.youtube.com/user/giacomocontri) dal titolo “La prima Costituzione è una rivoluzione”:
c’è un rapporto con la meditazione che segue.]
Non sono un padre, bene-detto sia il suo nome:
quando è male-detto è il “super-io” di Freud, parricida e omicida.
Qualcuno lo ha detto di me, male.
Gradisco, quando lo merito per il lavoro, che sia bene-detto anche il mio nome (non è accaduto spesso).
Del padre cerco di fare il lavoro cioè con frutto:
il frutto è l’unico beneficio (ecco il “principio di piacere”), non c’è “il Bene”:
lo mando a dire a Platone nel suo purgatorio (non lo mando all’inferno).
Sono un lavoratore cioè un produttore, e riconosco come miei soci solo altri lavoratori come me, a prodotto finito volta per volta, con tempi e modi personali.
Ho commesso più volte l’errore di avere come soci dei non-produttori riuniti in gruppo, e l’ho pagato (ciò è scritto nello Statuto della Società Amici del Pensiero).
Almeno a questo punto della mia vita non voglio più soci equivoci, a costo di averne pochi.
Come individuo sono in società con amici del pensiero, una categoria che ho supplementato fondando una Società Amici del Pensiero, senza assemblea dei soci né cassa:
un elenco di produttori attestati basta.
lunedì 11 marzo 2013