Apprendiamo oggi [1] il programma di Obama di investire almeno 3 mld di dollari in scienza del cervello, aspettandosene frutti per molti più mld di dollari:
se la mia opinione contasse qualcosa, gli darei tutto il mio sostegno.
Penso che i suoi veri avversari non saranno tanto i soliti Repubblicani, bensì gli entusiasti a torto, quelli che chiamano il cervello:
“il motore – ecco la parola – della percezione, della coscienza, dell’azione umana” [2] :
ma no!, il cervello non muove proprio niente, è il pensiero a muovere, spesso male:
se muovere toccasse al cervello, esso stesso sarebbe come l’Alzheimer o il Parkinson anche senza lesioni cerebrali.
Il moto è il mestiere del pensiero, e il cervello gli corrisponde davvero bene, pur senza capirci niente ossia non è intelligente:
non c’è intelligenza artificiale, è l’intelligenza a essere artificiale, così come la stupidità e la schizofrenia.
Dalla natura (cervello) al pensiero c’è un salto meta-fisico inspiegabile naturalmente:
il pensiero e il suo soggetto grammaticale-attivo sono simultanei e inscindibili, eccoli lì, bang:
il pensiero con il suo io è un invisibile che non deve venire dimostrato.
Ciò è vero anche e fin troppo nella coazione psicopatologica:
lo dice bene una nota e corretta espressone italiana, “Non fare il di più!”
Il pensiero è autonomo dal cervello senza avere poteri superiori ad esso, né estensione superiore, cioè senza magia né occultismo:
l’occultismo è iperscientista, non c’è contraddizione se uno scienziato la sera fa i tarocchi.
Per finire con una nota di umorismo triste, quante cellule cerebrali abbiamo?:
cento miliardi, wow! commentano commossi in tanti, i medesimi che si sbracciano mentalmente all’idea di tanti miliardi di galassie, wow! wow!, “un casino!” direbbe sogghignando qualsiasi ragazzo:
la puerilità mi sembra la patologia più estrema della nostra epoca.
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[1] Corriere e Repubblica martedì 19 febbraio.
[2] Prendo questa frase da uno degli articoli della nota precedente.
mercoledì 20 febbraio 2013