Continua da ieri (Occultismo sessuale).
Al netto della differenza sessuale, i matrimoni gay mi sembrano analoghi a quelli di monaci e monache che si smonacano e poi si sposano biunivocamente tra loro in una sorta di clericalismo sessuale rigorosissimo, magari con voti solenni di castità senza “vizietto”.
Più che matrimoni sono conventi.
La differenza sessuale è una metafora del sale:
insaporisce nella contingenza anche i sessi, proprio come insaporisce pensiero, frase, azione (ma anche pensiero e frase sono azione).
Come differenza senza alcuna essenza nei due versanti biologici, assume la rappresentanza della differenza di ogni rapporto che tale sia:
cioè la reciproca eteronomia di due partner autonomi, ognuno dei quali applica all’altro l’adagio romano “quod principi placuit legis habet vigorem”, che ho abbreviato in “dì tu”, o anche “pensaci tu” o “fa’ tu”.
C’est l’amour.
Ognuno dei due (o più di due) sarà veramente colto se saprà offrire all’altro il proprio piacere:
al che si oppone la patologia, e radicalmente la melanconia antigonea.
giovedì 7 febbraio 2013