Ho qui una pallina di caucciù, di diametro 6-7 cm, che a volte stringo ritmicamente nella mano per esercitarne la muscolatura.
Recentemente mi ha attraversato l’idea, che mantengo, che così facendo stringo il mondo in mano come l’intero universo fisico, non di più e non di meno, e che gli altri come me fanno lo stesso, ossia il mondo intero come micropalestra.
In altre parole, fine dei “misteri” dell’universo, o anche, se assumo la superficie di questa sfera come l’antico cielo delle stelle fisse il cui esterno era abitato ovviamente da “Dio”, ciò che è cambiato con la scienza, la tecnologia, l’integrazione politica economica e culturale, è il fatto che ora lo abito io, sempre con i piedi sulla terra.
Non mi aspetto più – né mai me lo sono puerilmente aspettato – che la scienza riveli i “misteri” dell’universo supermacroscopico né di quello submicroscopico né di quello cerebrale:
ripeto che la puerilità è una forma di pensiero dell’adulto non del bambino, cioè prodottasi culturalmente tardi e non primaria:
è una delle forme intellettuali della patologia.
Segue il Mistero politico (domani).
martedì 22 gennaio 2013