Sabato domenica 8-9 dicembre 2012
in anno 156 post Freud amicum natum
Mi sembra che questa distinzione ricorra costituzionalmente, come per un parere del Consiglio di Stato:
esso è obbligante perché deve venire preso ufficialmente in considerazione, non disatteso, tuttavia non è imperativo o prescrittivo a decidere in conformità ad esso.
Conosco tre altri casi del ricorrere della distinzione:
1° quello dell’indicazione del medico (diagnostica e terapeutica):
essa non è prescrittiva (la corrente parola “prescrizione” è abusiva), perché il paziente non è tenuto ad obbedire, ma sarebbe scioccamente illogico se non la prendesse in seria considerazione:
osservo che la fonte dell’obbligo in questo caso è il paziente stesso, cioè l’atto con cui si è rivolto al medico.
2° quello della psicoanalisi come una inattesa estensione della medicina:
ho sempre ricordato che Freud, logicamente, non ha cessato di chiamare medico (Artzt) lo psicoanalista, anche quando questo non ha tale titolo professionale:
i suoi interventi sono obbliganti benché non vincolanti, salvo sciocchezza logica del suo cliente:
anche in questo caso la fonte dell’obbligo è il paziente stesso, l’atto del rivolgersi allo psicoanalista.
3° ancora più inattesamente è il caso dell’amore:
il partner deve essere prudente (che significa?) nel proporre o sollecitare un parere al o del partner:
infatti qualora il parere non fosse preso in seria considerazione avremmo caduta dell’amore, perché questo non ammette il dis-prezzo, tanto varrebbe rescindere la partnership:
il parere proposto o sollecitato lo è in quanto ritenuto di beneficio per il partner o per sé stesso, e in quanto tale meritevole di retribuzione (sanzione).
Che significa “prudenza”?:
significa ciò che significa in “giuris-prudenza”:
si tratta di scienza distinta dalle altre scienze:
un sapere rigoroso senza rigor morale né rigor mortis, il sapere che non c’è comportamento che resti senza giudizio, imputazione e sanzione.
Siamo tutti in difetto di prudenza.