26 UCCISI PER UN KANTIANO

La settimana scorsa un ventenne, un nome senza nome, nella cittadina americana di Newtown ha ucciso istantaneamente ventisei persone, più se stesso.

Tutti hanno chiamato “incomprensibile” questo massacro, gli stessi psichiatri non ne sanno dire nulla (e qualche giornalista se n’è accorto [1]), e proprio l’inesistenza di una causalità è il dato da cui ripartire.

Riassumiamo tutte le possibili cause con la coppia di parole interesse-passione resa celebre da Kant:
ebbene, questo omicida come altri ha fatto ciò che ha fatto senza interesse né passione, cioè motivo o movente sia pure patologico:
era un perfetto kantiano, morale (che poteva benissimo ignorare l’esistenza di Herr Kant):
non siamo morali fin che non riconosciamo questa morale.

Il trattarsi di venti bambini ammazzati (più sei donne) conferma che si trattava di disinteresse e spassionatezza, infatti l’omicida non poteva imputare neppure a loro, nei propri confronti, né passione né interesse.

Tutti sagome cioè potenziali bersagli, e nient’altro che questo, con sé stesso nel mucchio (bella equità!):
ho già narrato il sogno di omicidio di un mio paziente che, nel sogno stesso, commentava:
“Temevo solo l’arrivo della polizia, per il resto io non avevo fatto niente!

Quel ventenne, o centoventenne, non aveva una Costituzione propria, fonte del legame sociale o del profitto a mezzo d’altri (vedi ancora i miei video sulla Costituzione del singolo, (http://www.youtube.com/user/giacomocontri):
in tale Costituzione figura il “non uccidere”, ma non come proibizione bensì come informazione che la Costituzione autonoma del singolo non contempla l’uccidere, senza dunque neppure comportare il diritto penale;
vi figura anche “uccidere”, come informazione di una possibilità logica in assenza di tale Costituzione.

Sull’omicidio ho scritto un articolo che apprezzo, Il semaforo rosso, lunedì 10 settembre.

L’Utopia (Platone, Tommaso Moro) non ha alcuna Costituzione, né la prima né la seconda, ha solo alcuni Filosofi che “sanno” il bene di tutti come corpo sociale, un “bene” che all’occorrenza ammette l’omicidio del corpo individuale tra i suoi mezzi possibili.

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[1] Erri de Luca, che parla di “assassino puro, senza tornaconto”, Corrriere lunedì 17 dicembre p.13.
“Puro” è il più kantiano degli aggettivi.

martedì 18 dicembre 2012

 

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