“Niente è più difficile da sopportare di una serie di belle giornate”.
Lo pensavo già da bambino, senza ancora sapere che lo aveva scritto nientemeno che Goethe [1].
L’ho ripensato più volte, specialmente diversi anni dopo in una mia vacanza estiva sul mare greco, sempre lo stesso.
Insopportabile significa angoscia, ma perché?:
non perché le belle giornate siano spiacevoli, non perché io preferisca lo Sturm und Drang – per il quale ammetto di avere avuto un debole fin dalla mia passione di prima infanzia per le tempeste –, ma per la serie senza meta ossia per la noia-angoscia dell’infinito numerico, dell’infinito:
l’infinito non finisce … mai!
Posto che esista il “Paradiso”, se è una serie di belle giornate io non ci vado.
Pascal doveva essere molto annoiato, oltre a essere molto noioso.
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“Alles in der Welt lässt sich ertragen
Nur nicht eine Reihe von schönen Tagen”.
mercoledì 28 novembre 2012