Ora c’è quello dell’Emilia, poco prima quello irrisolto dell’Aquila.
Numerosi anni fa (primi ’80?, fine ’70?) ce n’è stato uno molto sentito a Milano:
nel mio studio di Largo Augusto 3 non solo si spensero le luci come in tutta la zona, ma le mie librerie metalliche presero a sbattere reciprocamente con sonora monotonia.
Il mio cliente, o paziente, e io reagimmo da veri gentlemen inglesi, senza emozioni:
dopo almeno un minuto, ossia molto, egli intervenne con voce calma e razionale:
“Scriverò un libro sulle origini psicosomatiche dei terremoti!”
Egli non scherzava con i terremoti, e neppure io oggi:
parlerò invece del sublime (o del mistero) dei terremoti, delle eruzioni dell’Etna, degli tsunami.
lunedì 18 giugno 2012