Vedi lunedì 18 e martedì 19 giugno.
Dallo Pseudo Longino (I secolo d. C.) al Romanticismo e oltre, il “sublime” ha fatto i suoi danni nel pensiero e nella realtà.
Il sublime è oggetti terribili che agiscono in modo analogo al terrore, l’orrendo che affascina, e allora via con le eruzioni vulcaniche, i mari in burrasca, gli tsunami eccetera, fino appunto ai terremoti.
Gli psicoanalisti del passato a volte la dicevano giusta, per esempio che il paziente avrebbe dovuto pagare la seduta mancata anche se a causa di terremoto:
uno che non capisce questo non è uno psicoanalista.
Si può subire la causalità come quella del terremoto – ma c’è anche causalità favorevole, come aprire il rubinetto della doccia o accendere il forno –, ma la nostra esperienza è pacificamente duplice:
può essere determinata dalla causalità, come pure essere ordinata dall’iniziativa ossia imputabilità ossia libertà (oggi questa coppia causalità/ordinamento è furiosamente negata).
Erano già gli antichi a confondere anzi oscurare la nostra esperienza, interponendo tra la causalità e l’imputabilità il “destino”:
ma il peggio l’abbiamo fatto noi cristiani, che in un primo tempo abbiamo avuto il buon senso di rifiutare il destino, per poi farlo nostro magari sotto la parola “mistero” (specialmente nei nostri anni dementi).
Oggi la serie destino-mistero-sublime è passata al sublimaccioso, al mistico, alla sopravvivenza sordida.
mercoledì 27 giugno 2012