ECCE HOMO

S ↔ AU m, f
e la fecondazione eterologa

 

Notizia:
oggi la Corte Costituzionale deciderà sulla legittimità del divieto di fecondazione eterologa:
ma io, al solito, non ho voglia di attendere, e parto da qualche passo prima ma non tanto alla lontana.

La frase “ecce homo” dovrebbe essere nota come quell’altra, “chi è l’uomo perché Tu te ne ricordi”:
b. : non ho omesso l’ “?” o l’ “!”, ma ne ho lasciato la decisione al lettore:
io per esempio termino con l’ “!”, il che cambia completamente il senso della frase perché non lascio a Tu di sapere al mio posto chi è.

Tutti coloro che mi leggono sanno che “chi” è la formula della legge di moto già detta “pulsione”,
che la san(t)a sede di questa formula è quel corpo che grazie a essa sarà detto “umano”,
e che in questa formula c’è rivoluzione della prima formula detta “pulsione”, perché l’oggetto è stato lasciato decadere a favore di materia-partnership-lavoro-frutto (da anni non parlo che di questo):
fine dell’oggetto in ogni accezione e azione.

Se “Dio” avesse generato (in ogni caso non creato) l’uomo, lo avrebbe generato proprio come S↔AU m, f, perfettamente compatibile anzi compatente con quell’organismo (non ancora corpo) “umano” che studiamo in anatomia-fisiologia-neuroscienze [1]:
c’è di più da dire quanto a “Dio” e a coloro cui interessa, cioè che generandone tale formula avrebbe fatto il massimo che sapeva fare cioè qualcosa “a sua immagine e somiglianza” (la mia formula dà il contenuto di questa celebre espressione).

Vengo alla fecondazione eterologa come caso molto particolare, e compiangendoci per il tempo che ancora perdiamo in dispute fuorviate:
infatti neppure il fabbricare bambini in laboratorio a partire dagli aminoacidi ci opporrebbe a un eventuale “disegno intelligente” da parte di “Dio”, dato che un tale disegno si ricondurrebbe tutto alla mia formula, ossia a lasciar fare a noi, salvo darci positivamente qualche dritta intellettuale cui solo un malintenzionato o uno stupido rifiuterebbe la considerazione.

Tra altri benefici la faremmo finita con la concezione biologica del bambino e dell’amore, e riconquisteremmo un pensiero adottivo e ereditario anche verso i bambini nati “come Dio comanda”.

Preferisco non esplicitare in che senso ho appena parlato della grazia, della libertà e di qualche altra cosetta ancora.

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[1] Alle neuroscienze è poi accaduta una disgrazia da cui non si sono ancora sollevate.

martedì 22 maggio 2012

 

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