Si veda Ecce homo di martedì 22 maggio:
abbiamo appena osservato che la Corte Costituzionale non ha deciso nulla, e d’altronde non vedo come potesse:
io sto cercando di dare un contributo.
Il modo migliore di pensare che un neonato sia figlio (figlio non coniglio come scherzavamo disneyanamente noi bambini), è quello di pensarlo nato proprio come dice la Bibbia, ossia senza né conoscenza biblica né fecondazione (omologa o eterologa che sia):
il figlio così come uomo e donna non ne sono i prodotti, ma sono i prodotti di un’altra produzione, quella di S ↔AU m, f, come dire che m e f non sono natura, anche se la loro … natura farà bene a soggiacere alla loro sovranatura:
per molti è disturbante, perfino offensivo, pensare che la sessualità non deriva dai sessi, e che i sessi per lo più soggiacciono alla sessualità non come istinto ma come sfregio metafisico(“superio”).
Con veramente dura cervice siamo ancora a cercare il “vero” figlio nella biologia, non nell’adozione e nell’eredità.
Mi sembra di avere già ricordato quel film in cui un fantasioso criminale si diverte a scambiare le piastrine dei bambini nella nursery neonatale:
e se tutte le nursery ne avessero uno?
Riuscite a concepire la felicità di una civiltà in cui fossimo tutti figli di m.ignota?, egualitariamente affiancata da un p.ignoto?
C’è stato un tempo in cui i cristiani non erano stupidi come oggi, e riuscivano a pensare il “Paradiso” non tanto privo di istituzioni, privo però dell’istituto della famiglia:
se già non fossi cristiano, potrei convertirmi soli per questo.
venerdì 25 maggio 2012